Il 9 novembre 1989, 25 anni fa, cadde il muro di Berlino. Sulle conseguenze storiche e sociopolitiche di questo evento tanto è stato scritto e lo sarà in futuro.
Anche la mia vita, come tante altre, è cambiata a seguito della caduta.
Per una strana coincidenza fra settembre e ottobre del 1989 mi trovavo in Germania EST: avendo conseguito la maturità ed essendo in attesa dell’inizio dei corsi universitari, accompagnai mio fratello in un viaggio di lavoro al di là della cortina di ferro.
Solo da colazione a cena, senza conoscere una parola di tedesco, vagavo in varie città e paesini di un mondo surreale: strade semi deserte, persone molto silenziose, quasi mute, ristoranti poco affollati attrazioni turistiche bellissime vuote.
Mi sembrava di essere un alieno.
A Lipsa vidi le manifestazioni degli studenti che chiedevano la libertà: un corteo lunghissimo pieno di persone assolutamente silenzioso!
Nelle persone si notava rassegnazione e abitudine, nei giovani speranza e voglia di cambiare.
Vidi il muro da entrambe le parti di Berlino. Nell’est era grigio, sbucava all’improvviso fra un palazzo ed un altro, filo spinato e talvolta con i soldati. Passando sotto Check-point Charlie, con i soldati che facevano domande con tono perentorio, alcuni marchi nascosti nei calzini, temevo mi avrebbero fatto prigioniero e torturato. Nell’ovest era il caos, i colori, le passerelle per far sembrare di camminare sul muro, troppa propaganda, tornai quasi volentieri nell’est, grazie anche alla certezza di andarmene dopo qualche giorno.
Rientrai a casa con molti ricordi e primo su tutti la voglia di migliaia di giovani di interrompere il regime ma buttare giù il muro mi sembrava impossibile.
Dopo un mese, lo buttarono giù!
Ero felice, incredulo, un gesto di speranza enorme, la possibilità di unire un popolo diviso, di aprire le frontiere, di impostare un percorso di pace.
Finita l’Università, alla prima occasione, ho iniziato a lavorare sulla cooperazione Europea e dopo qualche anno è nata Resolvo, uno spin-off della caduta del muro di Berlino.
ResponsabilitàTeamNovembre 9, 2014by Paolo Frosini